mercoledì 27 settembre 2017

Quando un partito è neonazista (o neofascista)?

La domanda è giustificata oggi dall'ascesa della AfD in Germania.

C'è chi lo definisce neonazista (o neofascista) e c'è chi sostiene che i suoi atteggiamenti sono populisti e non neonazisti, come ha fatto Ricolfi sul Messaggero.

Nella sua analisi Ricolfi dice tante cose interessanti, alcune delle quali anche estremamente condivisibili.
Però sul punto in questione Ricolfi sbaglia completamente: AfD è neonazista (e Ricolfi non sembra sapere bene cosa siano populismo e neonazismo).
Perché Ricolfi sbaglia? Probabilmente perché si accontenta di studiare le cose a tavolino, dall'Italia, quindi vede solo le piazzate mediatiche di AfD e non il comportamento quotidiano dello stesso partito.
Ma soprattutto perché Ricolfi si rifà all'AfD del 2013, di quando è stata fondata come partito, e non tiene conto dell'evoluzione del partito in questi quattro anni: evoluzione che lo ha portato sempre più a destra (ed era già di destra molto decisa alla nascita).

Va detto chiaramente che un partito può nascere non neonazista ma diventarlo nel tempo, pur mantenendo stesso nome e stesso statuto (salvo poi quest'ultimo rispettarlo solo di facciata).
Ed è questo che è successo all'AfD (e che Ricolfi non dice, non so se perché lo ignora o perché lo vuole ignorare).
Se a me quattro anni fa aveste chiesto cos'era l'AfD io vi avrei risposto che era un partito populista di destra.
Se me lo chiedete oggi vi rispondo che è un partito populista neonazista.

Ed entrambe le risposte sarebbero corrette: quattro anni fa l'AfD veniva votato anche da neonazisti ma non era neonazista, oggi lo è. Senza se e senza ma.

Lo è perché ha tutte le caratteristiche del neonazismo: populismo, razzismo, isolazionismo, nazionalismo, legittimazione della violenza, rifiuto del confronto di idee.
E lo è indipendentemente da nome e statuto.
Rispondendo alla domanda del titolo: un partito è neonazista quando i suoi contenuti e i suoi atti diventano neonazisti, anche se non lo era alla nascita e non lo è nel nome.

L'altro punto che Ricolfi non capisce bene è la differenza tra populismo e neonazismo o estrema destra.
Secondo Ricolfi sono cose diverse.
No, anche qui Ricolfi sbaglia: il neonazismo e l'estrema destra attuale in genere non sono diverse dal populismo, sono un sottoinsieme del populismo.
Esistono partiti che sono populisti ma non neonazisti (e infatti il populismo può anche essere di centro o di sinistra, non solo di destra).
Ma non esistono - non possono esistere - partiti neonazisti che non siano populisti.

Saluti,

Mauro.

5 commenti:

  1. Come detto, sto cercando di documentarmi sui contenuti programmatici di questa formazione politica. Stanotte, non riuscendo a dormire, mi sono letto un po' di materiale, sopratutto in Inglese per rifuggire dalla solita tendenza a semplificare che c'è da queste parti.

    La prima cosa che mi è saltata all'occhio è che il partito, nel volgere di pochissimi anni, ha subito una rapida traslazione a destra. La Petry, che all'epoca della fondazione (o poco dopo, forse all'inizio non c'era nemmeno) era considerata esponente dell'ala più estrema, ha finito con divenire così moderata agli occhi dei nuovi dirigenti da decidere di uscire dal partito. Anche molti leader della prima ora hanno lasciato, quindi il partito delle origini ha cambiato pelle in modo profondo.

    Ho dato un'occhiata al programma e non mi ha sorpreso di trovarvi il cosidetto sovranismo. Ora, già io considero che i Savoia si sono messi a giocare con gli Stati-Nazione con almeno un secolo di ritardo rispetto al quadro europeo dell'epoca (creando quasi dal nulla quell'artificio chiamato Italia), figuriamoci se per uno come me ha senso parlare di sovranismo nel 2017. Qui mai nessuno che pensa di disegnare un'Europa confederale composta da più Stati di quelli che vi sono oggi (Scozia, Catalogna, Veneto, Lombardia, Baviera, Scania, Slesia, Fiandre, Vallonia, Sicilia, Sardegna, ...), invece sempre con lo sguardo rispetto al passato.

    Mi sono parsi abbastanza ridicoli i punti relativi alle politiche energetiche. Anche qui qualcuno deve essere rimasto in letargo per qualche lustro di troppo.

    Altre cose mi sono sembrate più sensate, condivisibili o meno che siano.
    Ovviamente non c'è traccia di antisionismo, revisionismo e negazionismo, ma per capire se davvero ci sono dirigenti del partito con queste idee (pericolose) bisogna vivere là, perché da qui è impossibile comprendere queste cose.

    Altra cosa che mi ha colpito guardando un po' di mappe elettorali è che i voti sono localizzati nelle aree più povere del Paese (un po' l'opposto di quello che è sempre stato il fenomeno leghista, sopratutto prima dell'epoca salviniana).

    Devo ancora riflettere su molte delle altre cose che hai scritto.

    Non c'entra nulla (non so proprio dove scriverlo), ma oggi non ho potuto fare a meno di citare il tuo superlativo "qualquadra non cosa" :D

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    1. Il "qualquadra non cosa" non è una invenzione... è espressione di almeno dieci anni fa, che non so chi abbia inventato.
      Ma è fantastica 😀

      Per quanto riguarda l'AfD... programma e statuto sono una cosa, atti concreti un'altra.
      Io vedo dove e con chi parlano i suoi rappresentanti.
      Io vedo quali proposte concrete fanno nei consigli locali dove sono già rappresentati.
      Io vedo quali iniziative altrui sostengono e quali contestano.
      Ecc. ecc.

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    2. "...non è una invenzione MIA..."

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  2. Eh sì che di giochi di parole ne faccio e ne seguo. In questo caso sono stato io in letargo, evidentemente! :)

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    1. Probabile che sia nata da un lapsus scappato a qualcuno in radio o tv.

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