martedì 9 maggio 2017

Il voto francese col senno di poi

Ora che abbiamo scampato il pericolo Le Pen in Francia, un paio di considerazioni sparse sul voto dei galletti. Senza voler fare un'analisi politica completa, ma rigorosamente col senno di poi :-)

1.
Macron al ballottaggio ha ottenuto la piu alta percentuale di voti dopo Chirac II nel 2002. Interessante è che il contraente di Chirac ai tempi fosse Le Pen senior e che anche allora l'Europa tutta si appellò ai francesi.
L'alta percentuale (solo l'alta percentuale, non la vittoria) di Chirac e di Macron è dovuta al voto contro. Contro i Le Pen. Non per Macron e Chirac.
Molti dei suoi voti Macron dovrà conquistarseli ora, dopo essere stato eletto.

2.
Si è parlato tanto dell'effetto Trump (e Brexit) che dovrebbe far volare i populisti.
Ciò poteva valere appena insediato Trump. Ora, dopo tre mesi dall'insediamento e dopo avere visto i primi risultati, l'effetto Trump è un effetto boomerang: senza Trump la distanza tra Macron e Le Pen sarebbe stata minore.

3.
Prima del voto si diceva che l'astensionismo poteva favorire la Le Pen, vista la maggior fidelizzazione dei suoi elettori.
E questo dal voto è stato comunque dimostrato: le aree dove la Le Pen ha ottenuto i migliori risultati (Nord-Est e Sud mediterraneo) sono state anche in genere le aree con la maggior percentuale di astenuti.

4.
Il doppio turno favorisce l'aggregazione.
Infatti gli elettori dei candidati sconfitti al primo turno in parte al secondo si astengono, ma in buona parte invece vanno a votare per il meno peggio, per il candidato sentito come meno distante dalle proprie idee, rendendo così più facili alleanze dopo (non che sia sempre un bene, sia chiaro, ma talvolta lo è).

5.
L'Europa non è una carta perdente.
Macron ha puntato fin dal primo giorno sull'europeismo. Secondo la vulgata recente ciò avrebbe dovuto condannarlo a sconfitta sicura fin dal primo turno.
Invece...

Saluti,

Mauro.

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