domenica 20 marzo 2011

Presentiamo il conto per il Nobel

Il problema è che non so se andrebbe presentato a Obama a Washington o al comitato del Nobel a Oslo (dove viene assegnato il Nobel per la pace). O forse a entrambi gli indirizzi.

Già nell'ottobre del 2009 contestai il Nobel a Obama, ritenendolo per così dire un Nobel preventivo, assegnato nella speranza di quello che avrebbe fatto dopo, non grazie a quanto fatto prima. Cioè un Nobel assolutamente insensato e immeritato.

Comunque proviamo a vedere cosa ha fatto Obama dopo il Nobel per dimostrare di averlo meritato.

Guantanamo
La prigione di Guantanamo doveva essere chiusa entro gennaio 2010 e gli internati o liberati, se non c'erano accuse concrete nei loro confronti, o trasferiti in carceri legalmente accettabili, in presenza di accuse concrete. Guantanamo è ancora lì e i pochi liberati sono di fatto in libertà vigilata. E non si parla più di chiusura.

Iraq
Le truppe USA in Iraq dovevano essere ritirate totalmente in quanto l'Iraq era pacificato. L'Iraq è più incasinato e violento che mai e molte truppe USA (non tutte, questo è vero) sono ancora sul posto. Solo che ora si chiamano "consulenti militari" e non più "truppe d'occupazione".

Afghanistan
Obama aveva premesso che lì le truppe sarebbero rimaste a lungo, ma aveva anche detto che sarebbe sempre più aumentato l'impegno civile e che le truppe in fondo avrebbero lavorato da "guardie del corpo" per i civili impegnati a ricostruire il paese. L'attività militare aumenta di giorno in giorno e di impegno civile si vedono solo tante parole e niente fatti.

Libia
Con l'inizio delle rivolte Obama (e non solo lui, ma anche i nostri caporioni europei) aveva avuto un'occasione più unica che rara: sostenere politicamente e logisticamente un popolo che si stava riprendendo in mano il proprio paese sottraendolo a un dittatore. Invece li ha lasciati a sé stessi, dando il tempo a Gheddafi di reagire e mettendo sé stesso e l'Europa davanti alla scelta se far massacrare i rivoltosi o intervenire militarmente.

Questo solo per citare le cose più evidenti (potremmo per esempio aggiungerci il discorso del Cairo, con parole sì bellissime ma in buona parte dedicato amichevolmente a Mubarak, come se questi fosse un garante di democrazia...).

Insomma, se Obama avesse un minimo di onestà intellettuale e di amor proprio, ora salirebbe su un aereo, andrebbe a Oslo e restituirebbe il Nobel scusandosi per esserselo tenuto abusivamente per un anno e mezzo.

Ma non lo farà.

Saluti,

Mauro.

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