sabato 23 ottobre 2010

Pesci e pirati

Talvolta non tutti i mali vengono per nuocere.

Prendiamo la piaga dei pirati in Somalia. I paesi cosiddetti occidentali hanno dovuto spedire al largo delle coste di Somalia, Gibuti e Yemen navi da guerra per proteggere le rotte mercantili da detti pirati.
Ora non voglio fare discorsi politici ed economici tipo sfruttamento dell'Africa da parte delle potenze capitaliste e reazione anche con la pirateria delle popolazioni vessate.
Lo sfruttamento purtroppo c'è e non è demagogia dirlo. Però la pirateria di cui parliamo non ha niente a che fare con la reazione delle popolazioni vessate. Questa pirateria è pura delinquenza, senza se e senza ma, anche perché i pirati non pensano certo a redistribuire ciò che incamerano.

Però anche i pirati ottengono - non so se volontariamente o meno - risultati di cui l'umanità può approfittare e godere.

Per esempio, l'Oceano Indiano nella zona compresa tra l'Africa orientale e la penisola arabica era uno dei mari più sfruttati dalla pesca intensiva (in molti casi selvaggia e per di più illegale), un mare ormai quasi "ucciso" da detta pesca. Bene, da quando questo mare è sotto minaccia dei pirati... la situazione è migliorata: i pescherecci - legali o illegali che siano - hanno timori a frequentare la zona e la vitalità marina della zona è cresciuta, sia come quantità di pesce presente, sia come biodiversità.

Forse l'unione di pirati che spaventino i pescherecci e di navi militari che limitino l'attività piratesca potrebbe essere una buona soluzione ecologica anche per altri mari.

Saluti,

Mauro.

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