lunedì 31 luglio 2006

Contro l'indulto

Premetto che non sono un giurista, quindi ciò che dirò non si basa su ragionamenti "tecnici".
E non voglio fare neanche del facile moralismo, quindi non farò "classifiche" di dignità tra i vari reati. O distinzioni politiche fra gli stessi.

Di "tecnico" vorrei dire solo un'unica cosa: l'indulto non è un'amnistia o una grazia, quindi nessuna fedina penale verrà "lavata". Tutti quelli che si scandalizzano per la cancellazione dei reati possono smetterla di starnazzare: nessun reato verrà cancellato.

Però... non sono convinto (proprio per niente) dell'indulto. Almeno non in questa forma.

Verò è che le carceri sono sovraffolate e che anche i carcerati hanno diritto a vivere con dignità (anche dietro le sbarre, sì, anche lì).
Vero è che in teoria il carcere dovrebbe essere luogo prima di tutto di rieducazione, non di punizione. E che in questo ha fallito.

Però è vero anche che ogni persona, carcerati compresi, è diversa.
A parità di reato e di pena, bisogna vedere cosa c'è dietro il reato, le motivazioni che hanno portato a ciò.
A parità di reato e di pena, bisogna vedere che persona abbiamo di fronte. C'è chi è pericoloso e chi no, c'è chi per natura tende al male e chi per natura no.

Insomma: alleggerire le pene, abbreviare le misure restrittive o altri provvedimenti che tendano a migliorare la situazione dei detenuti (e indirettamente quindi anche quella dei loro guardiani) va bene, anzi benissimo.

Ma non come provvedimento di massa: ogni situazione va valutata singolarmente.
Carcerato per carcerato.

Essere umano per essere umano.

Saluti,

Mauro.

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