giovedì 29 giugno 2006

Cina e finanza

La Cina conquisterà il mondo. Economicamente almeno.
O forse no. Forse lo farà l’India, che ha manodopera ancora più a basso costo.
O forse ritornerà in auge l’Australia, dove è stata appena cancellata di fatto ogni protezione sindacale per i lavoratori.
O forse... o forse semplicemente non abbiamo capito niente.

Al di là dei cicli economici che hanno sempre portato a periodi buoni e periodi cattivi, il problema credo sia molto più banale.
Non è occidente contro oriente. Non è Stato contro libero mercato. Non è neanche (almeno non solo) padrone contro lavoratore.
È finanza contro industria.

Finanza significa che la produzione non ha nessuna speranza. Né in Italia, né negli USA, né in Cina, né altrove. Finanza significa semplicemente guadagno veloce. Lo sviluppo di un’azienda, di un commercio non sono importanti. Importante è tirarne fuori il più possibile, ma soprattutto il più alla svelta possibile.
Industria invece significa che la produzione e lo scambio durano, è un ragionamento a medio-lungo termine. Quindi guadagno magari inferiore, ma duraturo nel tempo.
E questa differenza vale in entrambi i sistemi: statalista e liberista.

Non è la Cina che ci deve fare paura. Anzi, forse potrebbe diventare un’utile alleata.
Sono gli Ackermann e gli Gnutti che ci devono fare paura.

Saluti,

Mauro.

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